Il Giovane Goldoni

Misteri a Venezia

Co-produzione con Kublai Film

in collaborazione con Theama Teatro

drammaturgia Marco Gnaccolini e Michele Modesto Casarin

regia Michele Modesto Casarin

con Matteo Campagnol, Filippo Fossa, Aristide Genovese, Manuela Massimi, Alberto Olinteo, Anna Zago, Lia Zinno

Costumi e scene Licia Lucchese

Realizzazione costumi Caterina Volpato – Dietro Le Quinte

Realizzazione scene Aldo Giuponi e Paolino Libralato

Maschere Stefano Perocco di Meduna

Regia video Elia Risato

Fotografia video Giovanni Andreotta

Fonico video Matteo Pomiato

Un cupo affresco delle divisioni sociali presenti nella città lagunare dell’epoca, in cui emerge la figura di un servo che, indossando una maschera di Arlecchino, si farà giustiziere, vendicando le angherie e i soprusi perpetrati dai padroni ai danni dei poveri servitori, portando così nel mondo socialmente cristallizzato della Serenissima un piccolo esempio di rivoluzione.

Il giovane avvocato Carlo Goldoni viene chiamato ad investigare su un caso di omicidio di un nobile veneziano e, invece, di rimanere aderente ai fatti, si abbandona alla sua passione, la scrittura, lasciandosi affascinare dalla storia che potrebbe essere avvenuta, perdendosi nei suoi meandri. Il vecchio Arlecchino del Palais Royal di Parigi, Tommaso Antonio Visentin detto Thomassin, è accusato dai Signori della Notte al Criminal di aver ordinato l’uccisione di un nobile per debiti di gioco e storie di amanti. Il giovane Goldoni, che sogna una carriera nel teatro invece dell’avvocatura, si farà sempre più ammaliare dalle storie artistiche e quotidiane del capocomico Thomassin. Sarà proprio questo caso di omicidio, che scatenarà tutta una serie di accadimenti comici, d’amore, di travestimento, di fuga e ribellione, l’ispirazione attraverso cui il giovane Goldoni si lascerà suggestionare per iniziare a scrivere il canovaccio di una delle sue opere più importanti, Il servitore di due padroni. Un canovaccio tratto da un soggetto francese di proprietà del capocomico Tommaso Antonio Visentini, che si andrà ad intrecciare alle vicende veneziane.

Il nostro è un racconto che miscela la realtà e la ricerca storica con la fiction in forma di drammaturgia originale. Per questo motivo questo spettacolo ci è sembrato il giusto contesto in cui sperimentare e far incontrare il linguaggio teatrale con quello cinematografico. Si avrà l’occasione di assistere ad un continuo rimando tra la vita quotidiana di una Venezia senza scrupoli e ammaliante e il testo de Il servitore di due padroni, attraverso dimensioni diverse e visioni di un viaggio che i video sapranno amplificare e il teatro saprà far rivivere. Il pubblico, per la prima volta, potrà scoprire la vera storia di come il giovane drammaturgo Carlo Goldoni iniziò a scrivere la sua opera più conosciuta prendendo spunto dal turbine di atti comici, lascivi e violenti conosciuti in una Venezia oscura, in cui incontrerà un Arlecchino, simile a un anarchico diavolo violento, personaggio totalmente diverso dalla maschera innocua che è stata tramandata fino a noi dai codici della Commedia dell’Arte.