2007 – L’Ultima Casa
Regia: Michele Modesto Casarin
Musiche originali: Andrea Mazzacavallo
Scene e Costumi: Licia Lucchese
Realizzazione scene e costumi: Caterina Volpato
Maschere: Stefano Perocco di Meduna
Produzione: Pantakin da Venezia, Città di Venezia – Beni Attività e Produzioni Culturali – Teatri e Spettacolo, La Biennale di Venezia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Cast: Michele Modesto Casarin, Marta Dalla Via, Manuela Massimi, Federico Scridel, Roberto Serpi
“Il testo de L’ultima casa deriva da una mia rilettura complessiva dell’opera di Goldoni. Non è una riscrittura, non è un adattamento, non si adagia su sequenze drammaturgiche già collaudate: è una creazione del tutto nuova, completamente originale.Ne La casa nova, Carlo Goldoni raccontava un trasloco di mentalità: la nuova generazione andava a vivere in un appartamento concepito per ricevere gli ospiti e fare sfoggio di lusso. L’ultima casa mette in scena la tentazione dell’Occidente di traslocare nella città dei morti”. Tiziano Scarpa
Due muratori, un italiano ed un nordafricano, lavorano all’ampliamento di un cimitero. Sono così poveri che passano la notte dentro i loculi in costruzione. Durante il giorno incontrano i visitatori delle tombe: vedove innamorate, vecchi architetti visionari, imperiose badanti. Il confronto fondamentale della pièce è fra italiani e stranieri, e fra vecchi e giovani.Gli immigrati hanno punti di vista stranianti, rimettono in discussione le nostre abitudini. Le utopie visionarie dei vecchi si scontrano con il realismo disincantato dei giovani. La pièce mette insieme elementi tragici e comici. I dialoghi sono molto vivaci e ritmati, con battute fulminanti e situazioni di grande effetto comico; non mancano i momenti elegiaci e luttuosi. L’ambientazione cimiteriale provoca humor nero, ma anche spunti meditativi ed intensa commozione.