2005 – Arlecchino Bohémien
Da un’idea di Damiano Michieletto
Regia: Ted Keijser
Aiuto regia: Manuela Massimi
Musica dal Vivo: Andrea Mazzacavallo
Costumi: Caterina Volpato
Realizzazione scene e costumi:
Maschere: Stefano Perocco di Meduna
Produzione: Una produzione Pantakin da Venezia, Assessorato al turismo – Comune di Venezia, Assessorato alla Cultura – Provincia di Padova, PPTV Produttori Professionali Teatrali Veneti, Regione del Veneto
Con Emanuele Pasqualini, Benoit Roland, Marta Dalla Via, Filippo Tognazzo
Al Cabaret Grancassa si esibisce tutte le sere la splendida Mimì. Gli affari, però, non soddisfano più il vecchio Capitan Grancassa, proprietario del locale, che cerca di inventare nuovi numeri insieme al suo “socio – servo” Prozac. Niente è all’altezza della concorrenza, finchè un giorno non giunge una misteriosa lettera portata da Arlecchino, servitore di un lontano parente di Mimì. Buone notizie: la lettera contiene una grande eredità destinata a Mimì, ma… Il perfido Capitano con l’aiuto di Prozac riesce ad ingannare Arlecchino e ad impossessarsi del contratto di eredità. Mimì, scoperto l’inganno, cerca di vendicarsi aiutata da Arlecchino, pronto per lei ad ogni follia. Tra rocamboleschi travestimenti, numeri di magia, sparatorie e un sorprendente “Spettacolo spettacolare”, gli ideali bohémiens, su tutti l’Amore, riusciranno a trionfare? Ma soprattutto il sospirato Successo incoronerà i nostri protagonisti? Il lavoro svolto sulla Commedia dell’Arte, luogo d’eccellenza per la sperimentazione interdisciplinare delle arti dell’attore e del teatro che nasce sulla piazza, è un modo efficace per riavvicinare la gente al teatro grazie alla sua intrinseca vocazione ad essere popolare: il lavoro sulla maschera, legato a pulsioni forti e decise, permette di esprimere con un linguaggio privo di retorica ma generoso d’energia e di contagiosa vitalità tematiche vive e contemporanee, capaci di incarnare la realtà d’oggi. Il percorso quindi, si apre a vie non ancora esplorate e contribuisce a dare una rinnovata vitalità a questa tradizione attraverso percorsi che vedono impegnati gli attori e i registi anche nel difficile compito di autori e attori del proprio lavoro.